Azioni poetiche: vorrei essere tagliente come un eccomi

Azioni poetiche: vorrei essere tagliente come un eccomi
Un'iniziativa patrocinata dall'Università degli Studi di Padova e dal Comune di Padova.
Domenica 19 Giugno, Padova, Golena San Massimo, poesia, e graffiti.
Dalle 15.00, in poi...


Dove?
È stato scelto come luogo per l'evento Azioni poetiche La Golena San Massimo a Padova, via San Massimo 137.





Visualizzazione ingrandita della mappa

Come?
Nella cornice della Golena San Massimo sarà istallato un totem a sei facce, ciascuna alta 2 metri e larga 1,5. Durante la giornata il totem sarà graffittato dall’associazione Kantiere Misto e da Ivan. I lavori realizzati da Kantiere Misto saranno la rappresentazione, attraverso gli strumenti della street-art, di alcune poesie di Fabio Franzin, Matteo Fantuzzi e Francesco Terzago. I tre poeti parteciperanno all’evento con un reading dei loro testi. La serata si chiuderà con un concerto del gruppo Sadi Carnot.
L'opera di Kantiere Misto!
Cosa?
Le associazioni ASULogOut, e Kantiere Misto, e questo blog propongono un evento per promuovere e discutere le frequenti interazioni che avvengono tra le due seguenti forme di espressione artistica: la poesia e il graffitismo (graffiti-writing).

Quando?
Azioni poetiche si svolgerà domenica 19 giugno dalle 15.00 alle 22.00.

Uno dei murales di KennyRandom...
Perché?
Questo evento vuole avvicinare i giovani e la cittadinanza alla Nuova poesia civile, alla Poesia di strada, al fenomeno del Graffismo e della Street-art, proponendo queste due ultime come elementi di una concreta riappropriazione e riqualificazione urbana.

Inoltre...
A questo evento si incerniera un workshop dedicato alla Nuova poesia civile. La volontà di questo workshop è quella di proporre un dibattito che riguardi quale rapporto possa intercorrere tra la poesia e un suo eventuale pubblico. Questo workshop vuole essere una tappa cruciale della discussione che negli ultimi mesi ha animato alcuni lit-blog italiani; dalle pubblicazione degli interventi su Nazione Indiana intitolati Pubblico e Poeti, una svolta civile?

Chi?
L'ASU è un'associazione studentesca indipendente fondata nel 1984, opera a Padova avvicinando gli studenti alla vita culturale della città e fornendo loro sostegno: l'ASU offre una serie di servizi di utilità immediata quali il sito cercalloggio, per la ricerca e lo scambio di stanze e appartamenti tra gli studenti, una consulenza legale gratuita sulle locazioni; organizza cineforum: i cicli Mondayscreen nelle strutture del collegio Ederle; corsi di fotografia (mettendo a disposizione una camera oscura) e di teatro. L'associazione, inoltre, pubblica un periodico, Uscita di sicurezza. Il Summer Student Festival, il più grande festival di musica alternativa del nord-est è sempre un'iniziativa ASU.
Ponzano Veneto. Al lavoro!
 L'associazione culturale Kantiere Misto si propone come punto di riferimento all'interno del circuito creativo della Sinistra Piave attraverso l'organizzazione di eventi culturali, al suo interno sono presenti artisti provenienti dai più svariati ambiti espressivi: per il graffittismo in ambito istituzionale Kantiere Misto ha collaborato con il Comune di Ponzano Veneto.

LogOut, costruire mondi possibili, è un’associazione culturale nata dalla volontà di un gruppo di studenti dell'UNIPD e di professionisti padovani di proporre nel loro territorio iniziative culturali di vario genere: cineforum, reading poetici, tavole rotonde su cementificazione e ambiente. Il sito di questa associazione (www.logoutnet.org) propone inchieste e approfondimenti che riguardano il mondo dell'arte, delle letteratura e della politica.

Gli artisti:
Ivan all'opera.
Ivan nasce il 12 maggio 1981 tra le braccia del quartiere della Barona, alla periferia sud di Milano. Studente della facoltà di Sociologia, attento all’arte e alla società, ivan fonda nel 2002 un laboratorio studentesco finalizzato ad una ricerca didattica sperimentale, promuove una rete di collettivi universitari, lavora, tra i molti impieghi, come redattore per il quotidiano on line PeaceReporter e come dj per la Postumia Vibes e Spazio Petardo. Dall’estate 2003 assalta la strada a colpi di poesia, dipingendo e affiggendo per le vie di Milano alcune tra le sue poesie che presto raccolgono l’attenzione di cittadinanza, quotidiani e addetti ai lavori; ad oggi è considerato il riferimento principale per il movimento della Poesia di Strada, agire poesia che propone e promuove nuove tecniche e contenuti d’una poetica che spezza il confino elitario della poesia e che si diffonde liberamente in piazza, nelle strade, tra la gente. Dal suo soggiorno, nel dicembre 2003, in diverse comunità ribelli e zapatiste del Chiapas, nasce Immensa Mexico, reading poetico visuale alla sua sesta replica, nel quale poesia, racconto e immagini si intrecciano e s’accompagnano. Nell’ottobre del 2006 è invitato da alcuni dei maggiori poeti italiani contemporanei a presentare il proprio Assalto Poetico alla Casa della Poesia di Milano. Nel Marzo 2007 è tra i protagonisti ed organizzatori di “Street Art Sweet Art”, collettiva di street art e graffitismo nostrano che raccoglie oltre 60.000 presenze in poco più di un mese di programmazione; nel giugno dello stesso anno è invitato, come unica rappresentanza per l’Italia, al XII Festival Internazionale della Poesia dell’Avana, Cuba. Nel febbraio 2009 la sua prima personale presso il prestigioso Spazio Oberdan di Milano (catalogo Skira) conta 5.500 visitatori in 28 giorni, nonchè un’attenzione di pubblico mai registrata prima per la poesia e l’arte di strada in generale. Ha viaggiato portando con sè la sua Poesia di Strada per tutta l’Europa, buona parte dell’Africa, passando per Haiti, Cuba, Palestina, New York e Miami. Tra i molti eventi e collettive a cui ha partecipato (72 tra il 2003 e il 2009), negli ultimi anni è stato invitato ad esporre al Mart di Rovereto, al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Tina.B Festival di Praga, alla Byblos Art Gallery a Verona, a Palazzo Sassi a Sondrio, alla Fabbrica Borroni a Milano, a Cité du Soleil a Port au Prince Haiti, a Faqra in Libano, a Bologna per la Galleria Testoni, a Fabriano per il Poiesis Festival, a Firenze per l’edizione 2009 del Festival della Creatività. Nel 2010 è invitato ad animare le giornate del Festival Internazionale di Poesia di Genova, mentre espone e assalta tra Bologna, Firenze, Ferrara, Verona, Napoli, Parigi, Berlino, Bruxelles, Pristina ed il Cairo. Co-fondatore di Art Kitchen, oggi promuove in Italia ed all’estero eventi d’arte e cultura dedicati a realtà creative alternative e solidali.

Fabio Franzin su RaiTre.
Fabio Franzin è nato nel 1963 a Milano. Vive a Motta di Livenza, in provincia di Treviso. Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: “EL COEOR DEE PAROE” scritto nel dialetto dell’Opitergino-Mottense, con la prefazione di Achille Serrao; Zone, 2000; nel 2005, sempre in dialetto “CANZÓN DAA PROVENZA (e altre trazhe d’amór)” (premio “Edda Squassabia 2004) Fondazione Corrente, Milano; ancora nel 2005, “IL GROVIGLIO DELLE VIRGOLE” premio “Sandro Penna 2004 sezione inedito” con introduzione di Elio Pecora, Stamperia dell’arancio; nel 2006; in dialetto “PARE (padre)”, con introduzione di Bepi de Marzi, Helvetia; nel 2007 “MUS.CIO E ROE (Muschio e spine)”, Le voci della luna, con introduzione di Edoardo Zuccato, “Premio S. Pellegrino Terme”, “Superpremio Insula Romana”; e, in E-book, “ENTITÀ” (Biagio Cepollaro E-dizioni), 2007. Una sua breve silloge: “Favole naturali (dalle colline al mare)” è uscita in “L’arcana scrittura dell’acqua”, Lineadaria, 2006; è presente, con cinque testi, nella “Seconda antologia del premio “Giuseppe Piccoli”, a cura di Paolo Campoccia, con nota di Stefano Verdino, Magenes, 2006. Per la narrativa: “LA’, DOVE C’ERA L’ERBA”, testo finalista al premio “Italo Calvino 2003, Filca Cisl. Il racconto “Lettera ai prati” è presente nel volume “IL VENETO DEL FUTURO. Sogni e visioni. Dieci racconti”, edizioni Marsilio-Corriere Veneto, 2005. Sue poesie sono apparse in numerose riviste e antologie e sono state tradotte e pubblicate in inglese, cinese, tedesco e sloveno. Ha partecipato a rassegne poetiche in Italia e all’estero.

Matteo Fantuzzi.
Matteo Fantuzzi è nato nel 1979, nato a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, vive a Lugo di Romagna in provincia di Ravenna. Ha pubblicato Kobarid (Raffaelli, 2008, 2010 Premio Camaiore Opera prima, Premio Penne Opera prima). È co-direttore delle sezioni Creative Writing e Anthologies della rivista Mosaici (St. Andrews University Scozia), redattore delle riviste Atelier, clanDestino e ALI. Collabora con la rivista Le Voci della Luna, con l’Annuario di Poesia e con il quotidiano La voce di Romagna dove cura una rubrica settimanale dedicata alla Poesia Italiana Contemporanea. Suoi testi sono apparsi su molte riviste tra cui Nuovi Argomenti, Il Verri, Yale Italian Poetry, Versodove e Gradiva. Ha creato il sito UniversoPoesia e curato La linea del Sillaro (Campanotto, 2006) sulla Poesia dell’Emilia-Romagna. Dirige la collana “Zaffiro” della casa editrice Ladolfi, dedicata alla poesia.

I Sadi Carnot!
Sadi Carnot sono un post. Proprio come un post telematico vengono prima, casualmente, incontrollati, precari, spariranno presto. I Sadi Carnot, sono un post-gruppo, perché, se è vero che un gruppo è composto almeno da tre persone, Vincenzo Romania e Alessandro Busi, sono un gruppo, non-gruppo, post-gruppo. I Sadi Carnot fanno musica post, anche punk-post-sinfonica, perché mescolano elettronica, pianoforte jazz, suoni e rumori vari e la voce che non canta, ma legge, racconta storie. I Sadi Carnot sono post, anche perché credono che la realtà sia una costruzione fatta dalle interazioni delle piccole narrazioni, e sono contro le grandi narrazioni. E poi, giusto per non post-stufare, diciamo in ordine casuale che sono anche post-anarchici, post-metodici, post-cibernetici, post-atomici, post-gravitazionali, post-tetris, post- dietetici, post-plastici e post-it. Ma anche: post-ali, post-umi, post-ulati, post-ululati e post-ille. E, per chiudere, i Sadi Carnot non potevano che essere anche post-Sadi Carnot.

Francesco Terzago oggi vive a Padova dove studia e lavora. Alcuni suoi componimenti sono apparsi sul numero 44 de "Le Voci della Luna", su "ALI", su "Ibrid@menti", su Poetarum Silva, e su La Ginestra, altri sono in pubblicazione su ClanDestino; alcuni suoi interventi per una Nuova Poesia Civile sono apparsi su Nazione Indiana. Ha partecipato all'ultima edizione di "LuoghiDiVersi"; aderisce al progetto "UltraNovecento" patrocinato dalla rivista ALI.
In questo momento è redattore di AbsoluteVille e del sito Poesia2.0. Ha recentemente collaborato come redattore con Disney Italia.

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Il presente ed il futuro dei blog letterari secondo Francesco Terzago

[Articolo apparso sul sito di Klit il 24 ottobre 2012 - Klit è stato il primo Festival dei Blog Letterari italiani, si è tenuto a Thiene (VI)  7/8 Luglio 2012 - è stata un'occasione unica d'incontro per chi opera in questa realtà nebulosa e frastagliata]
Internet ci conduce, troppo spesso, a valutare il nostro operato utilizzando dati di natura quantitativa e non qualitativa: ottenere molti mi piace o scoprire che una pagina, in poche ore, abbia ricevuto un numero considerevole di visite significa per noi il successo stesso di un contenuto ma siamo proprio sicuri che sia la sola diffusione repentina a importare?
La struttura stessa dei blog (e dei siti internet in generale), che tende a gerarchizzare i contenuti secondo il momento della loro pubblicazione comporta, in un certo senso, che gli utenti concentrino la loro attenzione solo sui sugli ultimi contenuti apparsi nel nostro spazio web. L'andamento stesso della rete ci abitua, senza che noi ce ne si accorga, a dinamiche consumistiche. Perché il nostro blog sia bene indicizzato, abbia un page-rank elevato, si presume, che venga aggiornato regolarmente, allo stesso tempo che i contenuti che vi appaiano siano dotati della necessaria rosa di tag, a questo proposito diventa necessario rivolgere la nostra attenzione a strumenti come Google Trend che, generalmente, forniscono dati disposti lungo un asse temporale, inoltre è per noi conveniente operare su Twitter utilizzando degli ashtag che, nel momento della nostra pubblicazione, siano di utilizzo diffuso o, come nel caso di LitBlogStorm, tentare di originarne di nuovi, che rappresentino la necessità aggregativa di un preciso gruppo sociale. Nel caso specifico, di quegli autori che si riconoscono in un programma di intenti.
È, come sappiamo bene, la promozione su Facebook o Twitter che origina sui nostri siti una vera e propria esplosione di visite, perché è nei confini di questi social-network che è possibile segnalare il proprio articolo a un pubblico che, in tutta probabilità, ne sarà interessato – confini che, giorno per giorno, si fanno sempre meno netti, grazie a tutti quegli elementi informatici di integrazione che, già da parecchio tempo, costellano qualsiasi pagina web, mi riferisco ai vari bottoni: mi piace, condividi, tweetta e senza i quali la stessa ci parrebbe spoglia e indeterminata.
I motivi sono molteplici e indirizzati dal profitto (non nostro) ma del colosso di Zuckemberg o da quello di Jack Dorsey, perché Facebook e Twitter devono il loro successo economico al volume di informazioni che riescono a contenere. La cosa che ci interessa in questo momento è la capacità che questi spazi sociali hanno nel ricondurre in specifici collettori un'utenza che è contraddistinta da certe caratteristiche. Pensiamo alle modalità con cui Facebook ci suggerisce le amicizie: nel momento in cui tra i miei amici ci saranno venti scrittori/blogger/giornalisti/poeti/operatori culturali è statisticamente molto probabile che le facce che mi appariranno sulla destra del mio schermo apparterranno a persone che nutrono il loro interesse per uno di questi ambiti (o per più d'uno), ambiti che, del resto, hanno tra loro delle innegabili affinità. Poi vi sono le pagine alle quali si può diventare fan, i gruppi segreti o pubblici. Infine vi è la homepage di Facebook, quella dove ci appaiono, minuto per minuto, secondo per secondo, le informazioni che gli altri utenti, i nostri amici, hanno deciso di condividere. Ma come in uno tsunami di messaggi anche il contenuto più resistente rischia di essere spazzato via dal rumore, avrà, nella migliore delle ipotesi, una saltuaria riedificazione, in un luogo un po' più distante dal mare ma che, inesorabilmente, molto presto verrà anch'esso inondato.
Per questi, e per molti altri fattori, I blog letterari, sono gestiti (anche quando la volontà non sarebbe propriamente quella) in modo simile a fast-food, ci si concentra – nella maggior parte dei casi – sull'ottenere best-seller e, solo eventualmente, long-seller, – pensiamo a chi si è fatto la guerra per occupare le prime posizioni delle classifiche di Lipperatura (un esempio arcaico) o, soggiacendo sempre alle stesse logiche, quei fatti di Attualità che hanno riguardato la Repubblica delle Lettere e su cui, quasi ognuno di noi, si è sentito in dovere di prendere posizione. Pensiamo alla recente Carofiglio vs Ostuni e alla meno recente (anche se più interessante per quanto concerne i risvolti critici) Carabba vs Ostuni. Senza tenere conto che il rischio di queste dinamiche sia che la presenza di un commentatore finisca per determinarne anche l'autorevolezza – proprio per il semplice fatto che esso rappresenti, in un immaginario condiviso da una certa comunità, un mero riferimento identitario.
Eppure le caratteristiche della rete non impedirebbero a un blog letterario di sperimentare strategie di marketing più lente. Non mi sono ancora imbattuto, per esempio, in un blog le cui pubblicazioni interagiscano tra loro come in un libro-gioco. Sì, mi riferisco proprio a quelle splendide pubblicazioni della collana di Arnoldo Mondadori, Scegli la tua avventura, che hanno accompagnato l'infanzia di molti di noi. I libri-gioco, del resto, si sviluppavano proprio su quell'espediente su cui poggerà il web stesso, l'ipertestualità. Sono un universo di rimandi, e potenzialmente di iterazioni infinite, (e di contenuti in costante aumento) a far vivere il web, simile a un tessuto organico che cresce senza limiti.
Un altro esempio di quello a cui mi sto riferendo potrebbe essere un racconto a scatole cinesi, (o un romanzo) che si sviluppi in uno o più blog, ci sarebbero capitoli inanellati tra loro a espandersi orizzontalmente dal medesimo punto – ovvero, per essere più chiari, pensiamo una pagina web dove sia presente una short story e dove, tutti gli elementi accessori, come le descrizioni, sia il lettore a decidere se espanderli o meno, qualcosa di simile a ciò che ha fatto nei suoi libri, con le note a piè pagina, David Foster Wallace. Sarebbero questi i limiti di una nuova scrittura creativa collettiva che, al pari delle grandi enciclopedie (come la Treccani o la Britannica) sono compilate da innumerevoli autori differenti e distanti tra loro per sensibilità e formazione – al pari della sceneggiatura di un film, se si decidesse di produrre opere di questo genere, sarebbe naturale destinare la scrittura dei dialoghi a chi, fuor di dubbio, ne è maestro riconosciuto, penso a Cormac McCarthy o, nella letteratura fantastica, George R. R. Martin. A questo punto i problemi da risolvere sarebbero di due tipi, quale sarebbe la figura preposta a organizzare questo lavoro? Sarebbe uno scrittore o una specie di direttore artistico? E, soprattutto, come si potrebbe interpretare, in termini filosofici, questa nuova discorsività? Data, non tanto dall'opera testuale in quanto tale, composita, quanto dall'aspetto gestionale a cui la stessa sottenderebbe... Il web ci mette a disposizione strumenti creativi che, tutt'oggi, non hanno ancora trovato il loro pieno sviluppo, solo questo ci dovrebbe far ritrovare l'entusiasmo nei confronti di questo strumento che, volenti o nolenti, non abbiamo ancora avuto la capacità di comprendere intimamente.

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